“Per assicurare la sostenibilità della società e la prosperità sociale ed economica dell’Europa mentre la popolazione invecchia e diminuisce, tutti devono avere pari opportunità di sviluppo di competenze, educazione di alto livello, occupazione e accesso ai servizi”.
Sono i presupposti dell’”Europa inclusiva e sostenibile” secondo il governo estone, una delle priorità del suo primo semestre di presidenza dell’Ue, apertosi il primo luglio.
Società in evoluzione e progresso tecnologico, sottolinea il programma di inizio mandato, “hanno cambiato la natura del lavoro e portato a nuove forme di lavoro”. Questo implica una “ridefinizione dei ruoli di datori e lavoratori” e la necessità di adattare coerentemente condizioni di lavoro, skills e sistemi di sicurezza sociale.
Si punta quindi alla modernizzazione dell’educazione e del mercato del lavoro, “per assicurare che conoscenza e competenze, incluse le competenze digitali, siano al passo con questi cambiamenti”. Per rafforzare la competitività dell’Europa, bisogna investire nello sviluppo delle competenze e creare collegamenti migliori tra scuola e lavoro.
Serve “un’ampia discussione sul futuro del lavoro”, ma bisogna anche allargare il bacino dei lavoratori. Spazio, quindi, ai giovani, con “sviluppo delle competenze, inclusione, partecipazione attiva e volontariato” e migliori opportunità di partecipazione alla vita sociale per i disabili.
Bisogna però anche avere consapevolezza che “la necessità crescente di lavoro qualificato e di assicurare un’alta qualità della vita lavorativa richiede un’ulteriore promozione dell’uguaglianza di genere, incluso il supporto all’equilibrio vita-lavoro”.
“La divisione iniqua del lavoro di cura per figli, anziani e altri membri della famiglia influenza la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro e la partecipazione degli uomini alla vita familiare”. L’Estonia vuole continuare a “discutere di riconciliazione della vita familiare per incrementare la partecipazione delle donne”.
Temi, questi ultimi, sui quali la nuova presidenza del Consiglio Ue troverà una sponda importante nella Commissione. Non a caso, due mesi fa, Bruxelles ha proposto una direttiva e altre misure non legislative dedicate al work life balance, sulle quali dovrebbe basarsi il nuovo Pilastro europeo dei diritti sociali.
Equipeonline.it
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