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Industria 4.0 fa il bis all’esame di maturità
Per l' articolo o saggio breve, tracce su “Robotica e futuro tra istruzione, ricerca e mondo del lavoro” e “Nuove tecnologie e lavoro”
21 giugno 2017

La Quarta Rivoluzione Industriale passa già per i banchi di scuola, dove si devono costruire le competenze necessarie per governarla. Si poteva allora forse prevedere che debuttasse anche all’esame di maturità, ma non che facesse addirittura il bis.

I cinquecentomila studenti alle prese stamattina con la prova scritta di italiano hanno trovato il tema in due delle tracce da sviluppare in forma di saggio breve o articolo di giornale. La prima, di ambito tecnico-scientifico, era dedicata a “Robotica e futuro tra istruzione, ricerca e mondo del lavoro”.

Tra gli spunti dai quali partire, c’era l’estratto di un articolo sull’applicazione della robotica a fini educativi, non solo per sviluppare pensiero computazionale, capacità di progettazione e problem solving, ma anche per stimolare capacità logiche, di analisi e di sintesi. Un’altra citazione introduceva la soft robotics, che ai Jeeg Robot d’acciaio preferisce quelli morbidi e deformabili, che quindi possono interagire meglio e in sicurezza con uomo e ambiente.

Diversi i problemi che vorrebbe invece affrontare una risoluzione dell’Europarlamento, citata in un terzo articolo, che chiede alla Commissione nuove “Norme di diritto civile sulla robotica”. Dovrebbero assicurare alcuni pilastri, dalla creazione di uno status giuridico per i robot, che li renda responsabili delle loro azioni, all’introduzione di un codice etico per gli ingegneri che li realizzano, passando per un monitoraggio continuo delle conseguenze dell’automazione sul mercato del lavoro.

Su quest’ultimo tema, e in particolare su “Nuove tecnologie e lavoro”, si concentrava anche la traccia di ambito socio-economico per articolo o saggio breve.

Si partiva dall’allarme lanciato dall’Onu, preoccupata soprattutto per i Paesi emergenti che hanno puntato finora su manodopera a basso costo facilmente soppiantabile dall’automazione, mentre dovrebbero entrare nella nuova era digitale anche ridisegnando i sistemi educativi. Più ottimisti, almeno per l’Italia, i risultati di un’indagine condotta da Manpower: ci saranno il 40% di posti di lavoro di in più, passando però per un’indispensabile aggiornamento delle competenze.

Un ultimo spunto arrivava da un sondaggio del Pew Research Center, che però non chiude certo la questione. Lì gli esperti sono equamente divisi tra quanti credono che le nuove tecnologie porteranno diseguaglianze, disoccupazione e rivolgimenti sociali, e quanti prevedono che ci saranno più posti di prima, perché “l’uomo, così come ha sempre fatto dalla Rivoluzione Industriale in avanti, non smetterà di creare nuovi tipi di lavoro, nuove industrie e nuovi modi di guadagnare”.

Come andrà davvero a finire? Non possono saperlo i maturandi, né i loro professori. L’importante è ragionarci, anche sulle colonne di mezzo foglio protocollo.

Equipeonline.it

 

 

Ecco le tracce:

 

REDAZIONE DI UN SAGGIO BREVE O DI UN ARTICOLO DI GIORNALE

Ambito tecnico-scientifico

Argomento: Robotica e futuro tra istruzione, ricerca e mondo del lavoro

DOCUMENTI

«L’applicazione della robotica a fini educativi, infatti, è una tendenza in continua crescita anche nel nostro Paese e sta attirando sempre di più l’attenzione da parte di docenti e persone attive nel campo della formazione. Attraverso questo metodo, gli studenti diventano protagonisti dell’apprendimento e creatori del proprio prodotto e si sentono più coinvolti nel processo di apprendimento. La robotica li aiuta a sviluppare le competenze cognitive tipiche del pensiero computazionale, a imparare a progettare il loro lavoro e a incrementare le competenze di problem solving. Essa non rientra esclusivamente nel campo dell’informatica e della matematica, al contrario ha dimostrato di essere un’attività interdisciplinare in grado di stimolare gli alunni a mettere in pratica e quindi rafforzare anche le capacità logiche, di analisi e di sintesi».

Fabiana Bertazzi, All’Indire un incontro sulla robotica educativa, sito web INDIRE 6 aprile 2016

«La crescente necessità di robot nelle attività sociali, in ambienti non strutturati, a contatto con gli esseri umani, sta aprendo nuovi scenari che puntano a superare la struttura rigida dei robot, a favore dell’introduzione di parti robotiche “morbide”, facilmente malleabili, capaci di adattarsi a vari contesti. Da qui si sviluppa la Soft Robotics, campo interdisciplinare che si occupa di robot costruiti con materiali morbidi e deformabili, in grado di interagire con gli esseri umani e l’ambiente circostante. La Soft Robotics non è solo una nuova frontiera dello sviluppo tecnologico, ma un nuovo modo di avvicinarsi alla robotica scardinando le convenzioni e sfruttando un potenziale tutto nuovo per la produzione di una nuova generazione di robot capaci di sostenere l’uomo in ambienti naturali».

Dal sito web della Scuola Universitaria Superiore “Sant’Anna” di Pisa – Soft Robotics Area

 

«Un nuovo quadro di norme comunitarie per disciplinare l'ascesa di robot e intelligenza artificiale in Europa, soprattutto nei suoi sviluppi più delicati: la responsabilità civile delle macchine, l'impatto sul mercato del lavoro e i risvolti etici, dalla privacy alla tutela dei dati acquisiti e trasmessi da tecnologie che invadono sempre di più la vita dei cittadini. È quanto chiedono i deputati Ue alla Commissione europea, con una risoluzione approvata ieri (396 voti favorevoli, 123 contrari, 85 astenuti) in materia di “Norme di diritto civile sulla robotica”.
La relazione […] insiste su alcuni pilastri: la creazione di uno status giuridico per i robot, con la prospettiva di classificare gli automi come “persone elettroniche” responsabili delle proprie azioni; una vigilanza continuativa delle conseguenze sul mercato del lavoro e gli investimenti necessari per evitare una crisi occupazionale; un codice etico per gli ingegneri che si occupano della realizzazione di robot e, in prospettiva, il lancio di una Agenzia europea per la robotica e l'intelligenza artificiale che sia “incaricata di fornire le competenze tecniche, etiche e normative necessarie”».

Alberto Magnani, Robot e intelligenza artificiale, i deputati Ue chiedono norme europee, Il Sole 24 Ore, 17 febbraio 2017

 

Ambito socio-economico

Argomento: Nuove tecnologie e lavoro

DOCUMENTI

«Dai droni postini alle auto che si guidano da sole […], si sapeva che le macchine minacciano parte del lavoro oggi svolto dall'uomo. La grande novità è che nel mirino dei robot ci sono soprattutto i Paesi emergenti: quelli che fino a ieri avevano sviluppato un'industria a basso valore aggiunto contando su una manodopera a costi stracciati. Quella stessa manodopera, domani, potrebbe perdere il lavoro perché superata in economia dalle macchine.
Il campanello d'allarme è stato suonato dall'Onu attraverso un recente report dell'Unctad, la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo. Che mette in guardia Asia, Africa e America Latina: attenti, dice il report Robot and Industrialization in Developing Countries, perché è da voi che l'impatto dell'era dei robot sarà più pesante.
[…] Come evitare la desertificazione economica? Il primo consiglio che l'Onu dà ai Paesi emergenti è banale ma ovviamente validissimo: abbracciate la rivoluzione digitale, a partire dai banchi scolastici. “Bisogna ridisegnare i sistemi educativi - spiega il report - in modo da creare le competenze manageriali e professionali necessarie a lavorare con le nuove tecnologie”.»

Enrico Marro, Allarme Onu: i robot sostituiranno il 66% del lavoro umano, Il Sole 24 Ore, 18 novembre 2016

 

«La digitalizzazione e l'automazione del lavoro rappresentano un'opportunità. A rivelarlo è una ricerca di Manpower Group - dal titolo "Skills Revolution" - presentata al World Economic Forum 2017 di Davos. L'indagine, condotta tra 18.000 datori di lavoro in 43 Paesi del mondo, affronta il tema dell'impatto della digitalizzazione sull'occupazione e dello sviluppo di nuove competenze dei lavoratori […].
L'83% del campione intervistato ritiene che l'automatizzazione e la digitalizzazione del lavoro faranno crescere il totale dei posti di lavoro. Inoltre, si prevede che questi cambiamenti avranno un impatto positivo sull'aggiornamento delle competenze dei lavoratori, rispetto al quale i datori di lavoro prevedono di implementare specifici programmi formativi nel prossimo futuro. Tra i 43 Paesi oggetto dell'indagine, è l'Italia ad aspettarsi il maggior incremento di nuovi posti di lavoro grazie alla quarta rivoluzione industriale al netto di un "upskilling", un aggiornamento delle competenze, con una creazione di nuovi posti di lavoro prevista tra il 31% ed il 40%.»

Federica Meta, Industria 4.0, contrordine: i robot creano lavoro, Corcom.it, 20 gennaio 2017

 

«Nei prossimi dieci anni la tecnologia creerà o cancellerà posti di lavoro? Se lo è chiesto l’autorevole Pew Research che ha girato la domanda a quasi duemila esperti, analisti e costruttori di prodotti tecnologici che hanno partecipato all’inchiesta intitolata “Future of the internet”. […] Per il 48% degli esperti, la nuova ondata dell’innovazione, fatta di auto che si guidano da sole, robot e network di intelligenza artificiale, impatterà negativamente sulla creazione di posti di lavoro. Nei prossimi anni, dunque, le macchine e i programmi sostituiranno non solo i lavoratori meno specializzati, ma anche gli impiegati. Ne conseguiranno vaste aree di ineguaglianza economica, disoccupazione e, addirittura, la rottura dell’ordine sociale. L’altra metà degli intervistati, invece, si dice fiduciosa della possibilità che la tecnologia e l’innovazione saranno in grado di creare più posti di lavoro di quanti ne andranno perduti a vantaggio dei robot. Perché l’uomo, così come ha sempre fatto dalla Rivoluzione Industriale in avanti, non smetterà di creare nuovi tipi di lavoro, nuove industrie e nuovi modi di guadagnare.»

Stefania Medetti, Il lavoro nel futuro: i robot saranno una minaccia o un’opportunità? Panorama, 12 agosto 2014