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Smart working per tutti nella start up innovativa

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Smart working per tutti nella start up innovativa

I dieci dipendenti della Beyond srl lavorano da casa due giorni a settimana. "Più produttivi e più felici"
27 giugno 2017
Tempo di lettura: 5,3 min.
In ufficio non c’è nessuno, eppure stanno lavorando tutti.  E stanno lavorando meglio che se fossero alle loro scrivanie, senza il nervosismo accumulato per ore su auto e bus imbottigliati nel traffico o a bordo di treni stipati come carri bestiame.

Succede alla Beyond Srl, start up digitale con quartier generale nei grattacieli del Centro Direzionale di Napoli che ha portato innovazione anche nell'organizzazione del lavoro. Nata tre anni e mezzo fa come una sorta di spin-off di QUI! Group, colosso italiano dei buoni pasto, dei sistemi di pagamento e dei programmi di fidelizzazione, Beyond è specializzata nella cosiddetta gamification. I suoi esperti mutuano cioè elementi e meccanismi dai giochi e trovano come riutilizzarli in altri ambiti, dal commercio al turismo, dalla cultura ai trasporti, fino a inserirli in programmi di loyalty e engagement di utenti e clientela.

Si parte dai giochi, insomma, ma si fa roba seria e i campi di applicazione sono vastissimi. La start up partecipa per esempio al progetto europeo di ricerca e sviluppo Newton, finanziato dal Programma Quadro “HORIZON 2020”, che vuole creare una piattaforma integrata europea di laboratori per l’educazione a distanza. Intanto, però, genera conoscenze e soluzioni utili anche alla variegata offerta di servizi della casa madre.

I dieci dipendenti di Beyond srl non hanno in comune solo un profilo da cervelloni, con lauree in matematica o ingegneria arricchite in quattro casi da altrettanti dottorati di ricerca. Vivono anche tutti fuori Napoli e quindi, per andare in ufficio, devono fare i pendolari.

“Io, per esempio, vivo a Salerno. Tra treno regionale e tragitto in città impiego due ore e mezza per andare e tornare, sempre che non ci siano imprevisti” racconta a Equipeonline.it Carmine De Nicola, coordinatore area tecnica e progetti. Ad altri va anche peggio: “Un mio collega arriva dalla provincia di Caserta, passa sul pullman tre ore e mezza”. In media gli spostamenti costano a ogni dipendente tre ore al giorno.

Questa situazione, insieme alla particolare tipologia di lavoro dei dieci, ha spinto un anno e mezzo fa il presidente di QUI! Group Gregorio Fogliani a scegliere Beyond come laboratorio per introdurre lo smart working nel gruppo. A De Nicola è stato affidato il compito di strutturarlo nel dettaglio, mettendo insieme le indicazioni della direzione del personale e le proposte dei diretti interessati.

“Io e i miei colleghi ci siamo consultati su una bozza di linee guida, quindi abbiamo suggerito delle modifiche che sono state accettate. Poi ognuno di noi ha firmato un accordo, che ha disciplinato le modalità dello smart working alla Beyond ed è partita una sperimentazione di sei mesi”.

La formula prevede che due giorni su cinque i dipendenti lavorino a distanza. Questo avviene contemporaneamente per tutti e dieci: o sono tutti al quartier generale o no. I due giorni in questione vengono decisi di settimana in settimana e preannunciati il venerdì da De Nicola alla casa madre. Vanno per la maggiore il giovedì e il venerdì, a meno che non ci siano particolari esigenze aziendali.

Anche se teoricamente non dovrebbero esserci particolari vincoli di luogo per il lavoro remoto, nell’accordo tutti hanno indicato casa propria come sede alternativa. La connessione internet è quella domestica, a proprie spese, l’azienda fornisce portatile e software, dal gestionale a quello per videoconferenze, passando per un cloud dove lavorare in condivisione a una piattaforma online di comunicazione.

“L’orario è lo stesso sia in ufficio che a casa. Otto ore al giorno con flessibilità in entrata, in uscita e durante la pausa pranzo. Il log nel gestionale equivale alla strisciatura del badge e questo assicura anche il diritto alla disconnessione quando non siamo in servizio. Le piccole pause le gestiamo in autonomia, così come facciamo in ufficio quando ad esempio andiamo a prendere un caffè”.

Gli orari passano comunque in secondo piano rispetto ai risultati. “Ogni venerdì compilo una tabella con i progressi fatti durante la settimana su ogni progetto e un’altra tabella con gli obiettivi da raggiungere la settimana successiva. Quelli non cambiano a casa o in ufficio. Ci siamo accorti che in smart working la produttività aumenta, per il nostro lavoro la concentrazione è fondamentale ed evidentemente è più semplice concentrarsi a casa propria che in un ambiente condiviso”.

Perché, allora, non lavorare più giorni da casa? “Perché troppa solitudine può diventare alienante. Di fatto siamo sempre tutti in contatto, anche a distanza, ma ritrovarci fisicamente insieme tre giorni a settimana è importante, è una dimensione sociale alla quale non rinunciamo. Abbiamo per ora accantonato anche l’idea di abbandonare una sede fissa a Napoli a favore di uno spazio di coworking. Una sede è importante in termini di identità, ti dà una sensazione di stabilità e tra l’altro è uno dei requisiti di molti bandi ai quali partecipiamo”.

A sentire De Nicola, lo smart working in Beyond non si porta dietro alcuna criticità. “Il nostro lavoro è solo migliorato. Siamo più produttivi e più sereni. In quei due giorni a settimana guadagniamo tempo e non ci carichiamo dello stress legato agli spostamenti. Non c’è neppure il rischio di iniziare a lavorare in ritardo già stanchi o di tornare in famiglia stremati perché magari ci sono lavori o scioperi sulla linea ferroviaria”.

Oltre al raggiungimento degli obiettivi, molti altri progressi sono misurabili. “Utilizziamo meno permessi. Se dobbiamo fare una visita medica o abbiamo altre esigenze personali, riusciamo a organizzarci nella giornata di smart working perché di fatto abbiamo più tempo libero. È aumentata anche la retention, diversi colleghi hanno rifiutato offerte di altre aziende napoletane che magari pagavano di più, ma non prevedevano lo smart working”.

Dopo i primi sei mesi, la formula dello smart working per tutti è stata confermata alla Beyond, diventando la regola.  Non solo: proprio alla luce di quei risultati, QUI! Group ha deciso di esportare l’esperimento, coinvolgendo alcuni team di lavoro in altre sedi distaccate di Napoli e Roma.

Intanto per De Nicola, nonostante una laurea in ingegneria elettronica e un dottorato in matematica, non è facile quantificare con precisione quanto ha guadagnato, al di là dell’ottantina di euro al mese che non spende più in spostamenti. “Ho una bimba piccola che ora posso godermi molto di più. Sta nell’altra stanza, ma se faccio cinque minuti di pausa posso passarli con lei anzichè alla macchinetta del caffè. Sono più felice. Quanto vale? Non lo so, ma certo tantissimo”.

Equipeonline.it

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