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Happy Child fa felici anche le maestre

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Happy Child fa felici anche le maestre

Welfare aziendale per le lavoratrici di un network di asili nido
15 marzo 2017
Tempo di lettura: 2,9 min.
Creare un buon piano di welfare aziendale è un ottimo inizio, ma perché sia davvero efficace bisogna anche aiutare i destinatari a sfruttarlo al meglio. Happy Child, già attenta al benessere delle sue dipendenti e a come potessero conciliare vita e lavoro, prima della sperimentazione aveva istituito una serie di benefit, come abbonamento ai mezzi pubblici o rimborso carburante, forti sconti sulla retta dei nidi aziendali, frequenza gratuita dei centri estivi e babysitting gratuito in caso di malattia dei figli. L’azienda ha però voluto articolare e ampliare questa offerta in un piano strutturato di welfare aziendale da comunicare efficacemente alle lavoratrici, in modo che ne fossero chiari anche il valore economico e i vantaggi fiscali.

Il contesto

Happy Child è un network di asili nido bilingue tradizionali, familiari e aziendali fondato nel 2002 da Rita Loner Zecchel per aiutare le utenti a conciliare vita e lavoro e per offrire nuove opportunità occupazionali alle donne. Ad oggi i nidi sono oltre 50, gestiti direttamente dalla casa madre a Milano e provincia, affiliati in franchising nel resto d’Italia. L’azienda organizza anche corsi di formazione rivolti a giovani mamme o a donne mature che vogliono avviare un nido familiare.

Il personale dipendente, 90 unità, è composto quasi esclusivamente da donne, per il 70% tra i 25 e i 35 anni. Si dividono tra impiegate in segreteria, amministrazione e area formazione, personale ausiliario part-time che si occupa delle pulizie e della cucina e, soprattutto, personale educativo: supervisori pedagogici, coordinatrici ed educatrici vere e proprie. Queste ultime lavorano su turni che coprono le 10 ore di apertura giornaliera degli asili, con orari di entrata e uscita flessibili a rotazione.

Le misure

Happy Child ha definito insieme alle dipendenti, consultate nel corso di colloqui individuali, un nuovo paniere di benefit, compresi alcuni appetibili anche per le più giovani e per le single, tutti organizzati in un nuovo piano di welfare aziendale. Per gestirlo è stato adottato un software che consente a ogni dipendente di utilizzare con facilità un wallet elettronico per acquistare beni e servizi a scelta tra diverse categorie (istruzione; sport e cultura; cura della famiglia; card e cofanetti regalo; buoni viaggio; trasporto pubblico locale).

Per implementare il piano di welfare, rendere le lavoratrici consapevoli del controvalore economico e dei vantaggi fiscali e istruirle nell’utilizzo del software, è stato definito un piano di comunicazione e sono stati organizzati due interventi formativi insieme ai consulenti del progetto LaFemMe: uno preliminare, per il personale amministrativo, l’altro aperto a tutte le dipendenti, con una giornata informativa dedicata alle novità in arrivo. L’effettivo utilizzo dei benefit è stato poi monitorato e valutato periodicamente durante la sperimentazione.

I risultati

Il passaggio da un insieme di benefit informali a un piano di welfare strutturato ha migliorato l’efficienza gestionale e ha garantito un aumento del reddito indiretto delle lavoratrici, che grazie alla defiscalizzazione hanno potuto acquistare beni e servizi a costo inferiore. Condizioni più favorevoli hanno fatto aumentare le affiliazioni ad Happy Child e hanno reso più semplice la conciliazione tra vita e lavoro.

Il coinvolgimento delle lavoratrici nella definizione dei benefit, lo sforzo di comunicazione e formazione e la semplicità del software gestionale hanno fatto aumentare la consapevolezza e l’effettiva fruizione del piano di welfare. Il dialogo con le lavoratrici, favorito dall’atteggiamento del management, dalle dimensioni di Happy Child e dal clima familiare che si respira in azienda, rappresenta una condizione favorevole anche per rimodulare l’offerta in base a nuove condizioni ed esigenze.

[Esperienza realizzata dal progetto LaFemMe nel 2014]

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