Immagine del Blog
Welfare aziendale, anche le PMI sulla strada giusta
Le piccole e medie imprese pensano in grande e sempre più spesso costruiscono il loro successo anche sul benessere dei lavoratori
03 April 2017

Mai sentito parlare del “facilitatore”? C’è n’è uno al Gruppo Società Gas Rimini e svolge commissioni al posto dei dipendenti, dal pagamento delle bollette alle consegne e ai ritiri in lavanderia. Ogni giovedì mattina l’azienda organizza sul suo piazzale anche un mercatino, dove si possono acquistare prodotti biologici e a chilometro zero. 

Poco lontano, nell’azienda agricola Fungar di Coriano, le neomamme godono di orari flessibili e periodi di maternità molto più lunghi di quelli previsti dalla legge. La maggior parte dei dipendenti sono cinesi e per loro ci sono iniziative “su misura”: corsi di italiano, mediatore culturale, un servizio di supporto nel rinnovo del permesso di soggiorno.

La Sartori Costruzioni di Baselga di Pinè, Trento, rimborsa invece ai suoi collaboratori cure dentarie e acquisto degli occhiali, ma contribuisce anche alle spese d’istruzione per i figli. Quando poi qualcuno ha particolari problemi in famiglia, è pronta a riconoscergli un sostegno economico straordinario. 

Tre casi tra i tanti che fanno parlare i dati del rapporto Welfare Index Pmi 2017, presentato la scorsa settimana a Roma e realizzato da Generali, con la partecipazione di Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e Confprofessioni. Il frutto di una ricerca condotta tra 3.422 piccole e medie imprese italiane di Industria, Commercio e Servizi, Studi e Servizi professionali, Artigianato, Agricoltura e Terzo Settore. 

Il rapporto individua dodici diverse aree di welfare aziendale. Le più frequentate sono le polizze assicurative (presenti nel 46,3% delle aziende, ma senza quelle obbligatorie si scende al 17,1% ), sostegno economico (35,1%), sanità integrativa (34,8%, ma senza i fondi istituiti dai CCNL  ci si ferma a 8,2%). Seguono sicurezza e prevenzione degli incidenti (33,9%), formazione dei dipendenti (33,7%) e iniziative di conciliazione vita-lavoro, sostegno ai genitori e pari opportunità (32,8%). 

Forme di previdenza integrativa si trovano invece nel 23,4% delle PMI intervistate. Meno diffuse le iniziative di welfare allargato al territorio (17,3%), ancora meno il sostegno ai soggetti deboli e all’integrazione sociale (7,7%), i servizi di assistenza per i lavoratori e le loro famiglie (6,7%), le iniziative per la cultura, la ricreazione e il tempo libero (5,8%) o il sostegno all’istruzione dei familiari (2,7%).

Le imprese che coinvolgono maggiormente i lavoratori nell’ascolto dei loro bisogni risultano anche le più attive. I risultati si vedono: tra le PMI che hanno iniziative in almeno 6 aree di welfare aziendale, la maggioranza ha riscontrato benefici sul fronte della soddisfazione dei lavoratori e nel clima aziendale (71%), della fidelizzazione (69%), dell’immagine (69%) e della produttività del lavoro (56%).

Il 68,7% delle imprese è ancora nella fase iniziale di sviluppo del welfare aziendale, con iniziative in non più di tre aree, al polo opposto ci sono le imprese “molto attive”, il 12,6%, che presidiano almeno sei aree. La buona notizia è che queste prime della classe negli ultimi due anni sono raddoppiate. È un volano: “Le imprese dotate di una vera policy di welfare aziendale – conferma il rapporto -  estendono ulteriormente la gamma di prestazioni”.

Se la distribuzione delle iniziative di welfare aziendale tra Nord, Centro e Sud risulta abbastanza omogenea, a fare la differenza sono soprattutto le dimensioni dell’impresa, in particolare per muoversi nelle aree della sanità e della previdenza integrativa o del sostegno economico ai lavoratori. “I principali fattori di successo – segnalano ancora i ricercatori - sono la conoscenza del welfare aziendale e l’alleanza tra le piccole imprese nel territorio per raggiungere la massa critica”. 

In appendice al Rapporto si possono leggere le storie di ventidue “welfare champion”, cioè aziende che come la Fungar, il gruppo SGR o la Sartori si sono meritate 5W, il voto più alto di un particolare rating introdotto dal Welfare Index Pmi 2017. È una raccolta di buone pratiche che stupisce per ricchezza e varietà e che potrebbe ispirarne tante altre. La strada è lunga, ma la direzione è quella giusta.

Leggi il rapporto Welfare Index PMI 2017 

Equipeonline.it