Part Time

Che cos’è

Il part time (a tempo parziale) è un rapporto di lavoro caratterizzato da un orario ridotto rispetto a quello normalmente previsto dal contratto full-time (tempo pieno), a cui corrisponde uno stipendio ridotto in proporzione alle ore di lavoro effettivamente svolte.

Il part-time può portare ad una riduzione dell’orario di lavoro standard estremamente variabile (sino all’80% dell’orario di lavoro a tempo pieno), e viene tradizionalmente utilizzato per favorire la conciliazione degli impegni lavorativi con gli impegni familiari o personali di altra natura. A prescindere dalla entità della riduzione, il lavoratore ha gli stessi diritti dei lavoratori full time con inquadramento analogo riparametrati in base alla diversa durata dell’orario di lavoro.

Introdotto negli anni ’80 per favorire l’inclusione lavorativa dei cosiddetti segmenti secondari del mercato del lavoro (ovvero donne, studenti e anziani disponibili ad impegnare solo una parte del loro tempo in cambio di retribuzione), il lavoro a tempo parziale può essere uno strumento molto più trasversale e transitorio, utile ad ottenere un migliore equilibrio vita-lavoro in diverse fasi del ciclo di vita delle persone (per es. dopo la nascita di un figlio per le donne o durante il corso di studi per gli studenti).

Nel nostro Paese lavorano part time circa 4 Milioni di persone (tra i 15 e i 64 anni) e 3 volte su 4 sono donne. Proprio perché permette di conciliare la fase della nuova genitorialità con la continuità del percorso lavorativo, l’orario ridotto incontra il favore delle donne (il 32,4% delle occupate lavora part time) più che degli uomini (solo l’8,1% della occupazione maschile) nella stessa fascia di età (ISTAT, RCFL 2015)  Ma, nonostante l’apprezzabile crescita negli ultimi 20 anni, questa tipologia di lavoro resta in Italia relativamente limitata nel confronto con i Paesi dell’Europa Nord Occidentale (in Olanda il part time arriva a coprire quasi l’80% dell’occupazione femminile e il quasi il 30% di quella maschile).

In ogni caso, questa forma di riduzione dell’orario lavorativo può essere adottata da tutte le aziende, senza distinzione di settore produttivo, così come per tutte le tipologie di lavoratori.  Alcune limitazioni possono essere tuttavia dettate dal grado di responsabilità dei ruoli ricoperti in azienda che richiede l'adozione di alcune misure adeguate, come ad esempio la delega temporanea di alcune funzioni.

Quali problemi può risolvere

Il part time è un tipo di orario che consente di conciliare meglio il lavoro con la vita familiare, ma negli anni più recenti specialmente in alcuni comparti (grande distribuzione, call centres e servizi alle famiglie) è diventato lo schema d’orario largamente preferito, perché più efficiente, dalle stesse aziende.

In queste condizioni, chi lavora part time risente di meno dello stress lavorativo, è normalmente più soddisfatto, motivato a produrre e a mantenere l’occupazione piuttosto che abbandonare il lavoro perché inconciliabile con le responsabilità di cura.

Dal punto di vista dell’azienda, la possibilità di gestire più contratti part-time amplia gli spazi di manovra utili ad una migliore copertura dei turni, ottimizzando i costi del personale. Offrendo la possibilità di lavorare part time a chi lo richiede, l’azienda migliora le opportunità di conciliazione dei dipendenti e allo stesso tempo riduce turnover e assenteismo, innalzando così l’efficienza complessiva dell’impresa.

Inoltre, il contratto part time permette di reclutare lavoratori che, per esigenze personali o di cura, non sarebbero disponibili a lavorare per l’azienda a tempo pieno.

Le condizioni del cambiamento

Il part time può essere un’occasione per migliorare sia la qualità della vita dei dipendenti, sia la flessibilità del sistema produttivo e dei servizi. Per favorire l’incontro tra queste esigenze, il ricorso a contratti di lavoro a tempo parziale devev essere inserito all’interno di un più ampio quadro di flessibilità dell’orario di lavoro e della sua organizzazione. Ciò richiede una attenta pianificazione che sia capace di raccogliere da un lato le esigenze aziendali legate ai flussi di lavoro e dall’altro le preferenze dei lavoratori in relazione alla durata e alla collocazione temporale del lavoro, in modo da studiare la migliore combinazione tra entrambi.

Le fasi per l’attivazione della misura

  • Analisi preliminare dei flussi di lavoro (commesse di produzione, orari di apertura, flussi di clientela) e individuazione di picchi, flessi ed eventuali ciclicità.
  • “Mappatura” dell’organico, formato di regola da un mix di lavoratori part time e full time, dei “profili orario” e delle preferenze (ordInabili secondo scriteri di priorità scalabile).
  • Pianificazione degli orari: annua (che tiene conto della eventuale stagionalità); di medio periodo (che tiene conto di andamenti dell’attività legati ad eventi non prevedibili a lungo termine, come eventi cittadini o metereologici, etc.); di breve periodo (che tengono conto delle necessità di effettuare sostituzioni tempestive legate e a malattie, permessi o ferie).
  • Identificazione di criteri e meccanismi di scambio reciproco della flessibilità che permettono di conciliare esigenze aziendali e preferenze dei lavoratori (per esempio, possibilità per i lavoratori di scegliere i propri turni o di auto-organizzarsi nell’ambito di un team di lavoro per il caso di sostituzioni).

Domande frequenti

A fronte di una casistica sempre più varia ed estesa, resistono una serie di pregiudizi e luoghi comuni che continuano ad ostacolare la diffusione del lavoro part time nel nostro Paese. Di fronte ad un contratto part time i dubbi e le resistenze del lavoratore e della lavoratrice si sovrappongono a quelli delle aziende.

(Lato dipendente) Lavorare part time non comporterà la mia emarginazione all’interno dell’azienda e l’esclusione dalle opportunità di formazione e carriera?

Non è il lavoro part time, ma è l’uso improprio di questo strumento a comportare il rischio di emarginazione professionale, in particolare delle donne. Lavoratore e azienda possono venirsi incontro per pianificare le modalità del lavoro part-time, definendone i caratteri di reversibilità e gli strumenti/misure necessari per ovviare ai possibili rischi di impoverimento professionale (ad esempio: non solo stabilendone il carattere di transitorietà, ma anche prevedendo possibili percorsi formativi ad hoc, o prevedendo delle verifiche periodiche con il manager responsabile). Anche sotto il profilo normativo è garantita la parità di trattamento con il lavoratori a tempo pieno, fatta salva la riduzione della retribuzione proporzionale alla riduzione di orario.

(Lato azienda) Perché assumere lavoratori part time se posso trovare risorse disponibili a tempo pieno?

Perché avere a disposizione lavoratori part time significa avere a disposizione maggiori margini di manovra per pianificare al meglio gli orari dei dipendenti in relazione agli orari necessari allo sviluppo dell’attività di impresa e, rispondere in modo ottimale a flussi di commesse o clientela variabili, ma prevedibili nel ciclo della giornata e della settimana.

Altre risorse

Cooperativa Allende

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