Flessibilità annua

Che cos’è

La flessibilità annuale può essere realizzata attraverso degli schemi-orario che prevedono:

  • la possibilità di superare (c.d. flessibilità positiva) l’orario settimanale per un certo tempo (solitamente alcune settimane)
  • il corrispettivo recupero (c.d. flessibilità negativa), da realizzarsi in altri periodi dell’anno, secondo le possibilità e i limiti definiti nei contratti nazionali.

 

Gli strumenti per la flessibilità su base annua

I) Orari multi-periodali

Gli orari multi-periodali (talvolta denominati nei diversi Ccnl “flexitime”, “plurisettimanale”, “multi-periodale”) sono diffusi in tutti i settori manifatturieri. Vengono regolati dalla contrattazione collettiva, che ha facoltà di apportare variazioni all’orario settimanale di lavoro, rapportandolo ad una durata media in relazione ad un periodo di tempo predeterminato non superiore all’anno. In particolare, viene fissata una durata massima dell’orario di lavoro purché non eccedente 48 ore settimanali, in relazione ad un periodo non superiore a 4 mesi (che può essere innalzato fino a 6 o 12 mesi).

II) Banca ore (annuale)

La banca delle ore è un istituto contrattuale che consiste nell’accantonamento, su di un conto individuale, di un numero di ore prestate in più oltre l’orario normale di lavoro, la cui entità è definita dalla contrattazione collettiva. Il bilancio delle ore viene solitamente effettuato su base annuale. Il singolo lavoratore potrà optare, in alternativa alla remunerazione delle ore di lavoro straordinario, per l’accantonamento delle stesse, da cui attingere per godere di riposi compensativi secondo le modalità previste dalla contrattazione collettiva. 

Quali problemi può risolvere

La flessibilità programmata su base annua ottimizza il rapporto tra lavoro e mercato. L’orario multi-periodale, in questo senso, è diventato uno strumento molto utile per rispondere alla crescente variabilità della domanda che caratterizza, ormai, tutti i settori manifatturieri e alle nuove filosofie organizzative del just-in-time. Da diverso tempo, infatti, al lavoro viene richiesto di adeguarsi alle esigenze dei consumatori/utenti: flussi giornalieri e settimanali di clientela in un magazzino o in un call-center, domanda di assistenza in alcune ore precise della giornata, domanda di turismo solo in alcuni mesi dell’anno ma per molte ore giornaliere, lavoro a scadenza di progetto nei servizi informatici, etc.

Inoltre, la flessibilità su base annua “smonetizza” il lavoro straordinario e permette al lavoratore di cumulare un monte ore di permessi dal quale attingere (secondo le previsioni contrattuali) per fruire di riposi supplementari, coniugando efficienza organizzativa ed un migliore equilibrio vita-lavoro.

Le condizioni del cambiamento

Per permettere una soddisfazione effettivamente reciproca delle esigenze delle aziende e dei lavoratori dovrebbero essere consentiti recuperi ampi, che contengano regole per soluzioni anche personalizzate. Ad esempio, sarebbe utile consentire ai lavoratori di accumulare ore a debito (o a credito) per utilizzarle sulla base delle proprie necessità.  In Italia la flessibilità su base annua viene attuata di frequente attraverso un “mix” di orari multi-periodali e banca delle ore. Spesso, però, i due meccanismi non sono collegati in modo organico, limitando di fatto le soluzioni adottate dalle imprese: la gestione dell’orario (sia in superamento che in recupero) in genere è determinata dalle necessità aziendali e la scelta del lavoratore appare sostanzialmente limitata.

Le fasi per l’attivazione della misura

  • Analisi preliminare degli eventuali vincoli produttivi/organizzativi;
  • Pianificazione di un sistema di informazione/comunicazione delle modalità di funzionamento del sistema di flessibilità che si intende adottare;
  • Realizzazione di accordi con i rappresentanti dei lavoratori sulle regole applicative dello/degli strumento/i che si prevede di adottare.